I nuovi dazi USA, con le tariffe comunicate da Donald Trump il 2 aprile 2025, impatteranno anche sul settore delle macchine e delle tecnologie per il packaging, un comparto strategico per l’industria italiana, con una vocazione fortemente export-oriented. Negli ultimi anni, l’introduzione di nuove tariffe doganali da parte degli Stati Uniti – già con la prima amministrazione Trump, poi con l’amministrazione Biden – hanno creato uno scenario mutevole e incerto, con impatti significativi sulle catene di approvvigionamento, sui costi e sulla competitività delle aziende, anche di quelle produttrici di macchine e materiali per il confezionamento destinati al mercato americano.
Vediamo dunque come le nuove misure potranno influenzare il settore del packaging, analizzando impatti, rischi e opportunità per l’industria italiana.
1. La situazione attuale dei dazi USA sul settore packaging
I dazi statunitensi introdotti a partire dal 2018 – inizialmente focalizzati su materiali come acciaio e alluminio, successivamente estesi a macchine industriali e beni finiti – hanno generato forti cambiamenti nel mercato.
L’ultimo aggiornamento ufficiale, a partire dal 5 aprile 2024, prevede aliquote differenziate (dazi base e dazi proporzionali), aumentando ulteriormente la complessità per gli esportatori italiani del settore.
Le “tariffe reciproche per rettificare le pratiche commerciali che contribuiscono ai grandi e persistenti deficit commerciali annuali di merci degli Stati Uniti”, secondo la definizione della Casa Bianca, si traducono infatti in uno sbarramento all’entrata per tutti del 10%, a partire dal 5 aprile 2025, e in imposizioni daziarie suppletive ad valorem a partire dal 9 aprile e fino a quando lo richiederanno le condizioni, cioè fino a quando non saranno riequilibrati i flussi commerciali. Per l’Unione Europea, e quindi l’Italia, il supplemento è del +20%.
2. Impatto diretto sull’industria italiana delle macchine per il packaging
L’Italia è tra i principali esportatori mondiali di macchine per il packaging, settore riconosciuto per la qualità, la tecnologia avanzata e la capacità innovativa. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati principali, assorbendo circa il 10% delle esportazioni italiane di macchinari per imballaggio e confezionamento.

L’applicazione dei dazi potrebbe quindi determinare conseguenze come:
- Incremento dei costi finali per clienti e produttori italiani.
- Rallentamenti logistici dovuti alla revisione delle catene di fornitura.
- Riduzione della competitività dei produttori italiani rispetto a concorrenti locali USA o provenienti da paesi non colpiti da dazi o con tariffe inferiori.
Secondo una recente analisi del centro studi Mecs di UCIMA, i produttori italiani stanno affrontando la sfida attraverso una riorganizzazione strategica delle forniture e la revisione dei modelli distributivi.
3. I materiali più colpiti dalle tariffe statunitensi nel packaging
Le materie prime e i materiali intermedi sono particolarmente interessati dalle misure tariffarie, in particolare acciaio e alluminio. Secondo SupplyChainDive, il settore degli imballaggi metallici – utilizzati largamente in food & beverage – subirà significative turbolenze di mercato, con un aumento dei prezzi che si rifletterà direttamente sul packaging finale dei prodotti destinati al mercato americano.
Altri materiali colpiti dai dazi comprendono:
- Carta e cartone (specialmente per packaging secondario)
- Plastiche speciali (PET, polipropilene e polietilene importati)
Questi incrementi di costo spingono le aziende a cercare alternative per mantenere competitività e margini di profitto.
4. Ripensare la supply chain: una conseguenza inevitabile dei dazi
I produttori di packaging italiani stanno rispondendo ai dazi USA con una revisione strategica delle proprie strategie: il 32,6% delle aziende interpellate dal sondaggio di UCIMA pensa di cercare nuovi mercati di sbocco al di fuori degli Usa, il 25,8% di assorbire parte dei costi per mantenere competitivi i prezzi, ancora il 25,8% di aprire o espandere una filiale produttiva negli Usa, il 20,2% di rinegoziare i contratti con i clienti statunitensi e infine il 6,7% di aumentare la produzione in stabilimenti fuori dall’Europa.
Allargando lo sguardo a livello globale, anche Packaging Gateway sottolinea come i dazi stiano già spingendo sempre più aziende verso modelli di approvvigionamento regionalizzati e più resilienti, con l’obiettivo di mitigare i rischi tariffari e mantenere alta la qualità delle forniture.
5. Opportunità nascoste: packaging sostenibile e materiali alternativi
Secondo un approfondimento di Packaging Europe, i dazi imposti dagli Stati Uniti potrebbero anche indirettamente accelerare la transizione verso soluzioni di packaging sostenibile. Le aziende, per evitare i costi aggiuntivi dei materiali soggetti a dazi, potrebbero infatti indirizzarsi verso alternative sostenibili e materiali provenienti da fonti rinnovabili o riciclate.
Una trasformazione che rappresenterebbe un’opportunità importante per il settore del packaging italiano, già leader europeo nelle tecnologie e nelle soluzioni sostenibili e circolari.
6. Le possibili strategie per superare l’impatto negativo dei dazi USA
Le aziende del settore del packaging possono adottare diverse strategie per mitigare l’impatto negativo delle misure tariffarie statunitensi:
- Diversificazione dei mercati: rafforzamento della presenza in mercati meno esposti a dazi.
- Innovazione dei materiali: maggiore utilizzo di packaging sostenibile e alternative locali.
- Localizzazione produttiva: investimenti in stabilimenti produttivi sul territorio USA per evitare il carico dei dazi.
- Collaborazioni strategiche e partnership con aziende locali statunitensi.

Secondo il punto di vista interno americano riportato da Creative Retail Packaging, molte aziende starebbe già ripensando completamente le proprie strategie di packaging per affrontare i rischi tariffari, trasformando una crisi in opportunità strategica.
7. L’importanza del monitoraggio normativo costante
Vista la fluidità della situazione geopolitica e commerciale, è essenziale per le aziende del settore packaging monitorare continuamente gli aggiornamenti normativi e le possibili revisioni dei dazi. Strumenti di intelligence economica e consulenza doganale rappresentano una leva competitiva essenziale.
In questo scenario mutevole, l’industria del packaging ha bisogno di informazioni tempestive e strategie dinamiche per reagire rapidamente ai cambiamenti.
8. Conclusioni: i dazi USA come leva per ripensare il settore del packaging
Nonostante l’apparente complessità e il carico economico derivanti dai dazi USA, questi eventi possono rappresentare uno stimolo per innovare, migliorare le supply chain, accelerare l’adozione di soluzioni sostenibili e diversificare le strategie commerciali.
Le aziende più rapide ad adattarsi, dotate di flessibilità produttiva e capacità innovativa, non solo supereranno questa fase delicata ma potranno uscirne rafforzate, sfruttando al massimo le opportunità nascoste in questo scenario globale in evoluzione.
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